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Il 2 luglio è Festa della Bruna a Matera!

Come ogni tradizione che si rispetti, torna il 2 luglio la grande FESTA DELLA BRUNA a Matera, una delle feste patronali più pittoresche e caratteristiche d’Italia!

Una festa che affonda le sue radici nei secoli. La Madonna della Bruna, protettrice di Matera, ha inizio con la processione “dei pastori” con la quale i quartieri antichi si svegliano alle prime luci dell’alba per salutare il Quadro della Vergine, il cui passaggio è annunciato dai botti pirotecnici. Intanto i cavalieri, scorta del carro processionale, si radunano lungo le vie e nei “vicinati”. La mattina del 2 luglio la statua di Maria SS. viene portata nella chiesa di Piccianello, per poi essere portata in processione sul carro trionfale tutto il pomeriggio lungo le strade principali gremite di gente, fino ad arrivare in serata nel piazzale del Duomo dove si compiono i “tre giri”, simbolo di presa possesso della città da parte della SS. patrona. La statua, accompagnata dalla Curia Arcivescovile, verrà deposta in Cattedrale.

Il carro è circondato dai “cavalieri” con cavalli bardati di fiori di carta e velluti, l’auriga incita i muli verso la piazza a poche centinaia di metri, per restituire alla folla ivi radunatasi il simbolo della festa. Con lo stesso rito secolare quindi, l’anima popolare si esalta confondendo il sacro con il profano e, nello stupore generale, in un tripudio di massa, il carro frutto di un lavoro artigianale di mesi, viene assaltato e distrutto (verrà ideato e ricostruito l’anno dopo).
Nella tumultuosa discesa verso la piazza, il carro è scortato dai cavalieri della Bruna e da volontari che lo circondano per evitare che giovani impazienti lo distruggano prima dell’arrivo. Solitamente, il carro subisce i primi assalti in corrispondenza della chiesa di Santa Lucia, proprio all’ingresso della piazza, mentre i difensori che fanno da cordone serrano le fila e l’auriga incita i muli per compiere gli ultimi metri di tragitto e condurlo integro fino al centro della piazza. Gli assalitori tentano con grande irruenza di portare a casa un pezzo del carro come trofeo e come segno beneaugurante (il manufatto in precedenza viene benedetto dall’Arcivescovo, perché su di esso la Vergine giungerà in città) prima che ne rimanga solo lo scheletro. Il rito secolare si conclude così tra il tripudio generale, e l’anno successivo un nuovo carro verrà progettato e costruito. Questo è un rito collettivo di rinascita e di rigenerazione antichissimo, infatti per i materani al termine della festa del 2 luglio ricomincia un nuovo anno; si chiude un ciclo con lo “strazzo” del carro per iniziarne uno nuovo.
La festa si conclude in tarda serata nel frastuono di una gara di fuochi pirotecnici che creano uno scenario unico sugli antichi rioni dei Sassi.

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